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Cronaca mercoledì 29 gennaio 2014 ore 08:50

Emergenza nucleare, l'Italia si prepara a Pisa

La Scuola Superiore Sant'Anna tra i partner di un progetto che insegna a lavorare insieme in caso di eventi catastrofici



PISA — Cosa succede se scatta l'emergenza chimica? E se si aggiungono quella biologica, radiologica o nucleare?

Durante una simulazione, lo hanno sperimentato i vigili del fuoco di Pisa, alla presenza del prefetto Francesco Tagliente e dei rappresentanti del partner di un progetto (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università Tor Vergata di Roma) che prevede, fra gli altri obiettivi, la simulazione di un intervento di risposta a un evento di carattere chimico, radiologico, biologico o nucleare con il conseguente stato di emergenza. L’esercitazione ha visto coinvolti, seduti attorno a un tavolo e in uno sforzo di coordinamento e di carattere operativo, i soggetti potenzialmente chiamati a intervenire nella prima fase di una situazione del genere: Prefettura, Vigili del fuoco, Servizio sanitario, forze di Polizia, reparti speciali, enti locali, esperti nazionali e internazionali.

Un’esercitazione pilota nel panorama italiano, volta a integrare ruoli e competenze dei vari attori in un’azione che sarà congiunta, sarà condotta in maniera concertata ed efficace, nel chiaro rispetto di priorità, competenze e catene di comando.

“La capacità di rispondere in modo tempestivo ed efficace a eventi del genere non dipende soltanto dall’uso di sistemi e tecnologie sofisticate – sottolinea la manager di progetto Enrica Pautasso della Scuola Superiore Sant’Anna - ma soprattutto dalle capacità di coordinamento degli attori che fronteggiano l’emergenza”.

Sinergie e coordinamento operativo tra Vigili del fuoco, forze dell’ordine, forze armate, protezione civile e forze di primo soccorso, sono il vero punto nodale, per salvare vite umane e per contenere i danni materiali. “Il progetto ‘CBRN – Integrated Response Italy’ si propone di studiare le interazioni tra questi attori nel contesto italiano, per verificare quali siano le maggiori criticità, i punti di forza e quelli di debolezza, per elaborare in un secondo momento autentici manuali di procedura” aggiunge il coordinatore Andrea de Guttry, docente di Diritto Internazionale alla Scuola Superiore Sant’Anna. I risultati di questa iniziativa pilota, della durata di due anni, saranno condivisi e trasferiti agli altri paesi membri dell’Unione Europea, nonché utilizzati per sviluppare un approccio comune di risposta agli incidenti di natura chimica, batteriologica, radiologica, nucleare. Il finanziamento della Commissione Europea - Direzione per gli Affari Interni, è prova del rilievo internazionale ed europeo dell’intera iniziativa”.


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