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Attualità martedì 05 settembre 2017 ore 16:00

Cordoglio per la scomparsa del professor Maggiore

Il professor Quirino Maggiore

Il professor Mario Petrini ricorda il collega, personalità di rilevanza mondiale della medicina e della Nefrologia, che aveva insegnato anche a Pisa



PISA — Mario Petrini, presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina dell’Università di Pisa, ha voluto ricordare il professor Quirino Maggiore, personalità di rilevanza mondiale nel mondo della Medicina e della Nefrologia, scomparso alcuni giorni fa. Il professor Maggiore è stato a lungo docente dell’Università di Pisa, dove ha contribuito a fondare la Nefrologia italiana, e ha terminato la sua carriera a Firenze.

Abbiamo appreso con grande dispiacere - scrive Petrini - della scomparsa nei giorni scorsi, all’età di 84 anni, del professor Quirino Maggiore, una delle figure più eminenti della Nefrologia italiana e internazionale. Il professor Maggiore si è laureato a Pisa nel 1957, diventando in breve tempo uno dei pupilli giovani del professor Gabriele Monasterio. Appena laureato Quirino Maggiore si occupava del trasporto della Bilirubina, argomento molto caro al professor Monasterio, che gli fece ottenere una borsa di studio presso il Royal Free Hospital di Londra per lavorare con Sheila Sherlock, la più prestigiosa epatologa del tempo. Qui l’incontro forse decisivo per il suo futuro di nefrologo con Stanley Shaldon, pioniere della terapia sostitutiva dell’insufficienza renale cronica: l’emodialisi all’epoca era ancora alla preistoria.

Nella Clinica Medica del professor Monasterio la ricerca sulla diagnosi e terapia delle nefropatie mediche ferveva, soprattutto nel campo della prevenzione e cura dell’insufficienza renale cronica, ambiti molto cari all’allievo più vecchio, il professor Sergio Giovannetti. Una pietra miliare nella storia della Nefrologia è l’articolo uscito il 9 maggio 1964 alla pagina 1000 (quasi simbolica!) della prestigiosa rivista "The Lancet", intitolato A low nitrogen diet with proteins of high biological value for severe chronic uremia, a firma Giovannetti-Maggiore. Da qui la terapia conservativa dell’insufficienza renale cronica per mezzo della dieta ipoproteica si è diffusa ed è tuttora praticata in tutto il mondo.

Nel 1972, dopo la scomparsa del professor Monasterio, il professor Maggiore si trasferisce a Reggio Calabria, dove fonda, è il caso di dire, la Divisione Nefrologica in un edificio destinato a civile abitazione, lontano dall’Ospedale vero e proprio. La Divisione, intitolata al professor Gabriele Monasterio veniva chiamata anche la "Divisione rossa", per l’attitudine poco convenzionale, per i tempi e i luoghi, di lavorare avendo come unico obiettivo l’interesse della persona malata, e con assoluta noncuranza, da parte di tutti, dei limiti di orario.

Questo modello attrae specialisti di altre discipline ed in poco tempo la Divisione si dota di un Laboratorio di Immunologia e Tipizzazione cellulare, della Radiologia, Chirurgia, Urologia, Anestesia e rianimazione, e dal 1976 di un Centro di ricerca del CNR.

Dal 1998 al 2000 il professor Maggiore ha diretto l’U.O. di Nefrologia e dialisi dell’Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze, continuando le sue ricerche sulle malattie renali sotto i vari profili che via via si sono andati delineando. Molti collaboratori del professor Maggiore hanno raggiunto importanti posizioni, non ultima la recente nomina del suo allievo, Carmine Zoccali, a presidente della European Renal Association-European Dialysis and Transplant Association (ERA-EDTA).

Questo lutto ci priva della presenza del professor Maggiore e ci addolora profondamente, ma la sua eredità intellettuale vive nel futuro.


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