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Lavoro martedì 01 aprile 2014 ore 15:15

Più di 150 mezzi e oltre un chilometro di corteo, la protesta di Cna

​“Questo settore ha lavorato a testa bassa, ma ora non ne può più". La burocrazia, anche locale, resta tra i problemi principali



PISA — “Questo settore ha lavorato a testa bassa. Ha continuato a produrre sfidando la crisi, soffrendo, rimboccandosi le maniche. Quando le piccole e medie imprese e gli artigiani scendono in piazza è perché questo Paese non ne può davvero più”.

Lo gridano, con le lacrime agli occhi, gli imprenditori di Cna della provincia di Pisa. Lo gridano con agli occhi lacrime che sono di sconforto e tristezza, prima ancora che di rabbia. Con gli occhi di chi ha visto tanti colleghi chiudere e pochi conti tornare, in questi ultimi anni.

Con gli occhi di chi guarda bilanci in passivo da due anni, vede la crisi dell'edilizia privata far chiudere metà delle imprese della provincia e guarda le piccole ristrutturazioni sostituire le nuove edificazioni e l'edilizia pubblica calare dell'80 per cento, legata al patto di stabilità, tra l'altro.

Per questi imprenditori, quelli che, fosse per loro, lavorerebbero il sabato e la domenica, tanto sono artigiani, oggi perdere un giorno di lavoro non è un problema.

Perché loro che sono abituati a fare, non ce la fanno più ad aspettare che la crisi passi, che l'economia riprenda, che la burocrazia venga snellita, che lo stato intervenga.
“Diamo una scossa”, hanno deciso e Diamo una scossa hanno chiamato la campagna per il “lavoro vero contro il lavoro nero”, partita dal settore costruzioni ma che, a catena, sta travolgendo tutti gli altri: sono sempre di più le adesioni alla manifestazione del prossimo 3 aprile, tanto che si sta ragionando di viabilità, visto che tratti dei lungarni potrebbero non contenere la protesta che metterà in fila oltre 150 mezzi in un chilometro di corteo. Caschi gialli che non si rassegnano ad appendere al chiodo e mezzi da lavoro ormai fermi nei cantieri sono pronti a inondare i lungarni di Pisa. Con la convinzione che anche le amministrazioni locali possono fare qualcosa.

“Perché non posso aspettare 30 giorni per avere un Durc”, spiega un'imprenditrice o “girare da un ufficio all'altro per chiedere un permesso”, spiega un'altra. O, ancora, “attendere 90 giorni per l'immatricolazione di un camion che mi serve ora”.
Chiedendo scusa in anticipo ai cittadini e ricordando che nello scegliere il percorso hanno avuto cura di danneggiare il meno possibile chi ha diritto a vivere la città, i piccoli imprenditori di Cna partiranno dalle 8 in lungarno Guadalongo, poi il corteo si muoverà verso le 9 per sfilare lungo i lungarni Fibonacci, Galilei, Gambacorti, Ponte Solferino, Pacinotti, Mediceo, ponte della Fortezza e di nuovo lungarno Fibonacci per confluire nello spazio di lungarno Guadalongo per il comizio finale previsto intorno alle 12. 


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