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Attualità mercoledì 02 marzo 2016 ore 16:00

Verso la riorganizzazione dei distretti sanitari

I 18 ambiti territoriali che soddisfano i paramentri Anci (in bianco nella figura)

Al via un percorso di confronto sulla definizione delle nuove zone distretto. 18 su 34 soddisfano i parametri ipotizzati da Anci



PISA — La legge regionale sulla riforma sanitaria approvata a dicembre prevede, oltre alla riduzione delle Asl, un potenziamento delle competenze delle zone distretto (Società della salute), ma anche, entro il 30 giugno, la riduzione del loro numero e la ridefinizione dei loro confini.

L’Anci ha per questo avviato un percorso di ascolto dei territori e di confronto istituzionale con la Regione volto a definire i criteri per la nuova zonizzazione, ossia la distribuzione delle zone socio-sanitarie nel territorio regionale.

La Sds pisana risulterebbe confermata nella sua attuale conformazione. Niente di ufficiale comunque, in quanto si tratta dei primi documenti sul processo di zonizzazione promosso dall’Anci.

Rispetto alla situazione dei 34 ambiti attuali, sono state elaborate tre simulazioni considerando diversi parametri riferiti a una soglia minima e una massima: popolazione residente (da 60mila a 260mila unità), estensione territoriale (da 260 a 1750 chilometri quadrati) e quantità dei comuni (da 5 a 25). Dalle elaborazioni sono stati esclusi gli ambiti di Firenze e dell’Isola d’Elba (che dovrebbero permanere). 18 di 34 distretti sanitari soddisfano tutti e tre i parametri ipotizzati da Anci: Area pisana, Versilia, Piana di Lucca, Valdinievole, Pistoiese, Pratese, Mugello, Empoli, Valdera, Firenze nord ovest, Firenze sud est, Alta val d'Elsa, Valdarno, Senese, Aretino, Val di Chiana senese, Grossetano e Bassa Val di Cecina

Questo, precisiamo, secondo la simulazione attuale che non si esclude possa subire delle modifiche.

Sul punto interviene anche la presidente della Sds pisana Sandra Capuzzi: “Accogliamo con favore il potenziamento delle competenze delle zone distretto, ribadiamo però che l’attuale assetto della Sds pisana deve essere preservato: il processo della zonizzazione ci impone di cercare un nuovo equilibrio territoriale, ma chiediamo che tra i criteri utilizzati per ridefinire le zone sia inclusa anche la capacità dimostrata di sviluppo delle reti di cura e presa in carico. La Sds pisana rappresenta un modello che ha funzionato ed è anche per questo una realtà da preservare. Pensiamo inoltre che sia opportuno allargare la riflessione sul ruolo dei nuovi distretti territoriali”.

“In questi anni– spiega Giuseppe Cecchi, direttore della Sds zona pisana – la Società della Salute della zona pisana ha costruito un livello di integrazione, uniformità ed omogeneità dei servizi che certamente devono e possono essere continuamente migliorati ma che costituiscono un patrimonio zonale che si può difficilmente pensare di non valorizzare. I Comuni della zona pisana non solo hanno praticato la programmazione e gestione comune ma hanno saputo costruire percorsi di solidarietà zonale che hanno premiato la loro scelta e assicurato servizi di qualità ai cittadini”.


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