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Attualità martedì 02 giugno 2020 ore 16:57

Università, un semestre a distanza e poi normalità

Anno accademico 2020-2021 dell'Università: il primo semestre "a distanza" per poi tornare alla normalità. Il rettore Mancarella: "Pronti a ripartire"



PISA — Prudenza, flessibilità e non discriminazione. Sono queste le parole chiave che hanno guidato le decisioni assunte in seduta congiunta, dal Senato Accademico e dal Consiglio d'Amministrazione dell’Università di Pisa per l'erogazione della didattica nel prossimo anno accademico.

Obiettivo: un graduale ritorno alla normalità, senza abbandonare mai completamente la modalità online, così da consentire agli studenti italiani fuori sede e a quelli internazionali di seguire le lezioni anche se impossibilitati a raggiungere Pisa per motivi legati all’emergenza.

"Le incertezze sullo sviluppo dell'emergenza epidemiologica sono tante ed è necessario essere prudenti - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - Non possiamo ragionare come se non fosse successo niente, la tutela della nostra comunità deve essere sempre al primo posto. Agli studenti e alle famiglie vogliamo dare un messaggio chiaro, inequivocabile: ricominciamo con prudenza ma siamo pronti a ripartire nella pienezza delle modalità tradizionali appena la situazione epidemiologica ce lo consentirà. È nostra ferma convinzione, d'altronde, che la formazione superiore, perché dia pienamente i suoi frutti e soddisfi completamente i bisogni degli studenti, non possa prescindere dal legame sociale che si crea con i docenti e nelle interazioni intellettuali e umane che normalmente nascono nell’aula e ai margini di essa, tanto più in una cittadella universitaria a dimensione d’uomo quale è Pisa. Quel legame che in questi mesi, se possibile, si è rafforzato, ma che tutti noi sentiamo la necessità di tornare a vivere in prima persona".

Forte degli ottimi risultati ottenuti nei mesi del lockdown, che ha visto erogati a distanza tutti i suoi insegnamenti, ben 21.130 esami di profitto sostenuti e 1.146 discussioni di tesi online, che arriveranno a oltre 3600 da qui a fine giugno (dati sostanzialmente in linea rispetto all'anno precedente), anche il prossimo anno accademico si aprirà, così, con tutte le lezioni frontali del primo semestre erogate a distanza attraverso le piattaforme telematiche messe a disposizione dall’Ateneo.

E se questa sarà la linea da seguire fino al 31 dicembre, non mancano però importanti eccezioni.

Già previsto dal 1° settembre, infatti, lo svolgimento "in presenza" per alcune attività; i tirocini dei corsi di studio delle professioni sanitarie, di Medicina e Chirurgia, di Odontoiatria e Protesi Dentaria e delle scuole di specializzazione di area sanitaria; i tirocini di laureandi, specializzandi e gli internati di tesi; i tirocini curriculari che non siano in concreto completamente realizzabili a distanza, ad eccezione di quelli eventualmente previsti al primo anno dei corsi di studio. Qualora necessario, sarà possibile per i docenti ricevere su appuntamento laureandi, dottorandi e specializzandi.

Tra le attività che potranno essere erogate fin da subito "in presenza", anche quelle che hanno un numero di studenti più contenuto e, quindi, più facilmente tutelabile dal punto di vista della sicurezza anti-contagio. Nello specifico, la Scuola di Medicina potrà optare per la didattica in presenza per i corsi di laurea e laurea magistrale delle professioni sanitarie con un numero programmato non superiore a 50. Ciascun Dipartimento potrà, invece, proporre entro la fine di giugno un piano per lo svolgimento in presenza di: attività pratiche e di laboratorio; lezioni del II anno di lauree magistrali e degli ultimi anni di lauree magistrali a ciclo unico, con un numero di iscritti non superiore a 50. Per le lauree magistrali che nel 2019/20 hanno avuto un numero di iscritti inferiore a 25 potranno essere erogate in presenza anche le lezioni del I anno di corso.


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