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Lavoro mercoledì 08 luglio 2020 ore 11:55

Protesta dei dipendenti Inps "travolti dal lavoro"

Lavoratori Inps protestano sotto la sede di piazza Guerrazzi

Il personale Inps di tutta Italia in stato di agitazione per le condizioni di lavoro e per un efficace servizio ai cittadini. Presidio anche a Pisa



PISA — I lavoratori della sede Inps in piazza Guerrazzi hanno dato vita ad un presidio di protesta a un volantinaggio, andati avanti dalle 9,30 alle 11 di questa mattina, in linea con lo stato di agitazione nazionale dei dipendenti Inps indetto il 30 giugno dai sindacati Fp-Cgil, Cisl Fp, Confintesa Fp e Confsal Unsa.

Lo stato di agitazione, hanno spiegato i segretari pisani di Cgil e Fp-Cgil Mauro Fuso e Leonardo Fagiolini - è stato indetto "per la violazione da parte dell’Amministrazione di accordi sulla sicurezza dei lavoratori, firmati solo pochi giorni prima". 

"Sono state fissate quattro giornate (dal 6 al 9 luglio) di assemblee di tutti i lavoratori - hanno proseguito i due sindacalisti - per affermare e cercare di informare tutta la cittadinanza sul fatto che l’Inps pur avendo chiuso le sedi, ha mantenuto i canali telefonici e la posta elettronica sempre presenziati attraverso il personale che non ha mai interrotto l’attività, lavorando fin da subito da casa in Smart Working, spesso anche con strumenti propri e con orari ben più ampi all’ordinario pur di garantire le prestazioni, con senso del dovere e la consapevolezza del ruolo sociale da svolgere. Una situazione eccezionale in cui le richieste di prestazioni si sono moltiplicate e l’enorme numero di prestazioni erogate sono esclusivamente frutto del lavoro dei dipendenti dell’Istituto che hanno messo in campo ogni sforzo possibile per dare risposte immediate a tutti i cittadini in questa situazione drammatica per tutti. La campagna mediatica, che un certo tipo di propaganda ha diffuso, li ha colpiti e additati come responsabili dei ritardi, ma i numeri enormi di prestazioni erogate parlano da sé rappresentandoci una mole di lavoro del tutto inusuale affrontata con strumenti e un’organizzazione modulati sulla normalità e non adatti ad un evento così deflagrante com’è stata l’epidemia da coronavirus".

"Comprendiamo e condividiamo il malcontento dei lavoratori dei pensionati e dei cittadini per i ritardi che ci sono stati - prosegue la nota della Cgil -, ma riteniamo del tutto ingiusto imputarli ai dipendenti dell’Inps, quanto ad un sistema organizzativo aziendale che ha avuto difficoltà e disfunzioni, talvolta molto pesanti. Analogamente siamo solidali con quella parte della cittadinanza non provvista di tutti gli strumenti informatici, e che spesso coincide con la fascia più debole della popolazione, e che necessita quindi di interlocuzione in presenza presso gli uffici Inps".

"Oggi - concludono - quello che si chiede è che l’Amministrazione Inps ottemperi ai suoi obblighi di tutela e salvaguardia dei suoi dipendenti e che ciò deve e può essere fatto nel rispetto delle giuste istanze dei cittadini. Denunciamo il comportamento dell’Amministrazione Inps a cui si chiede di smettere la guerra dei numeri, usati anche strumentalmente per attacchi politici, mortificando così il sacrificio e l’impegno di tutto il personale. Chiediamo invece all’Inps di diffondere i dati, fare chiarezza, contrattare il lavoro da remoto come dice la legge e concordare con le rappresentanze sindacali modalità di apertura delle sedi efficace e tarata sulle nuove necessità nel rispetto della salute e sicurezza di tutti, lavoratori, lavoratrici, e cittadini".


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