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Attualità martedì 27 dicembre 2016 ore 19:15

Il toscano che ispirò la costituzione americana

Filippo Mazzei fu medico, filosofo e saggista. Nel bicentenario della morte il circolo pisano a lui dedicato ha organizzato eventi in tutta la Regione



PISA — Filippo Mazzei, conosciuto anche come Philip Mazzei nacque a Poggio a Caiano il 25 dicembre 1730 e morì a Pisa il 19 marzo 1816. Medico, filosofo e saggista, è per eccellenza l'illuminista toscano nel mondo.

Con queste parole il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha aperto la conferenza stampa con il Circolo Filippo Mazzei di Pisa per tracciare un bilancio degli eventi celebrativi nel bicentenario della morte: "Filippo Mazzei è un grande toscano che, assetato di libertà, dalla Turchia alla Polonia e, soprattutto, negli Stati Uniti, lasciò il suo segno nella storia. Nella redazione della Costituzione americana riuscì ad inserire tra i diritti civili il diritto alla felicità, autentica espressione di quella stagione riformista di Pietro Leopoldo che il 30 novembre 1786 abolì la pena di morte, la tortura, la confisca dei beni ai condannati, come ricordiamo ogni anno nella Festa della Toscana”.

“Non fu solo un politico idealista, ma anche un imprenditore, che portò la Toscana nel mondo – ha aggiunto il presidente – Espressione, anche in questo, di quella ispirazione al fare che caratterizzò quella stagione del riformismo illuminista”.

Una figura che è stata messa a fuoco dalle numerose iniziative che si sono svolte durante tutto il 2016, a partire dalla mostra a Palazzo Blu di Pisa ‘Un Illuminista toscano tra Rivoluzione americana e Risorgimento: Filippo Mazzei’, e dalla settimana dell’Amicizia Italia-Usa, fino alla giornata nella Fortezza medicea di Livorno, in ricordo della sua partenza per la Virginia. E, soprattutto un libro di quattrocento pagine dal titolo ‘Un illuminista toscano fra Stati Uniti e Risorgimento’.

“E’ una figura della modernità, cioè della capacità di vedere il futuro – ha sintetizzato Maurizio Vernassa, docente di storia delle Americhe all’università di Pisa – Troppo spesso pensiamo all’Ottocento come inizio dell’età moderna. Dobbiamo riscoprire il Settecento. Modernità è non attestarsi, cioè, su ciò che avviene, ma riflettere su ciò che vorremmo fosse”. Una visione che Mazzei ha messo in pratica su scala globale, diremmo oggi.

“Dobbiamo mettere da parte ogni forma di localismo. Filippo Mazzei deve diventare untestimonial della Toscana – ha sottolineato Massimo Balzi, presidente del Circolo Mazzei di Pisa – Attraverso quest’uomo, imprenditore di idee, ma anche di business, la nostra regione nel Settecento è stata proiettata nel mondo. La sua figura è un elemento di unità culturale, d’immagine di promozione del territorio”. In questa prospettiva Balzi ha ricordato che quando Mazzei andò in Virginia a portare a Thomas Jefferson ‘Dei delitti e delle pene’ di Cesare Beccaria, aveva con sé anche i vitigni del Barco reale di Carmignano. Per questo il Circolo ha deciso di far nascere una linea di vini denominati Mazzei da utilizzare nelle cene sociali ed in occasione di iniziative culturali. Per il rosso ha trovato la collaborazione di Andrea Landini, presidente del Consorzio agrario di Firenze, e la sua Fattoria le Ginestre. Per il bianco quella di Lelio Alessandri dela Fattoria del Poggio di Montecarlo. Entrambi presenti alla conferenza stampa, insieme a Teresa Sichetti del Circolo Mazzei di Pisa.


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