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Attualità mercoledì 09 settembre 2020 ore 09:08

"No al nido per i figli dei sanitari Covid"

Una comunicazione ricevuta da alcuni genitori ha fatto scattare la protesta. Poi il chiarimento;"Necessario dichiarare uso Dpi"



PISA — Una comunicazione ricevuta da alcuni genitori nella quale si diceva che, in base al decreto ministeriale sulla ripresa della attività scolastica in presenza nella fascia di età 0 - 6 anni, i figli di medici, tecnici, infermieri, oss, che lavorano nei reparti Covid ospedalieri, non avrebbero potuto accedere alle strutture delle scuole dell'infanzia che ripartono proprio in queste ore, con la presenza, per l'inserimento dei piccoli, anche di un genitore per qualche ora.

Immediate sono scattate le proteste e le richieste di chiarimenti. Così, dopo un interessamento dell'assessore comunale Munno, il coordinamento pedagogico di Palazzo Gambacorti ha trovato una soluzione in serata.

Di fatto, mentre ai genitori sarà chiesta una autocertificazione dove dichiarano che, negli ultimi 14 giorni, non hanno avuto contatti con persone positive, ai sanitari Covid sarò richiesto di attestare che nel loro lavoro sono stati "Coperti e protetti dai dispositivi di protezione individuale", i Dpi.

La vicenda, che ha provocato anche una serie di reazioni politiche, è stata raccontata dall'edizione pisana del quotidiano "La Nazione" che ha raccolto anche la dichiarazione dell'assessore all'istruzione del Comune di Pisa, che ha parlato di "Lacune nelle normative nazionali" e della "Ricerca immediata di una soluzione che garantisce un diritto" e specificando che è stata necessaria l'interpretazione, da parte del Comune, di una postilla contenuta in un documento ministeriale.

“È del tutto inutile celebrare in maniera retorica l'operato dei nostri 'eroi' che combattono in prima linea contro la pandemia se poi, di fatto, li si rende oggetto di vere e proprie discriminazioni come questa". Così il presidente della Fondazione Italia in Salute, Federico Gelli, ha commentato la notizia dei genitori operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid-19 che sono stati contattati dal Comune di Pisa per fa sì che non portino i loro bambini nell'asilo nido I Passi.

"Un comportamento del genere non può neanche considerarsi dettato da motivi precauzionali. Si tratta di ignoranza. Proprio gli operatori sanitari impegnati contro il coronavirus, infatti, sono tra le categoria professionali più controllate. Gli altri bambini non correrebbero quindi alcun rischio inutile. Speriamo che il clamore nato intorno alla vicenda sia di aiuto per porre immediatamente correttivi ad una situazione altrimenti inaccettabile", conclude Gelli.


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