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Attualità martedì 04 febbraio 2020 ore 16:15

La Sds valuta la chiusura dello sportello migranti

Gestito dalle associazioni Batik e Dim in via Saragat, vi lavorano sei persone. La presidente Gambaccini spiega perché pensa di chiuderlo



PISA — Aria di chiusura allo sportello migranti della Società della Salute in via Saragat, dove vi lavorano sei operatori delle associazioni Batik e Dim. Oltre al servizio offerto, dunque, sarebbero a rischio anche i posti di lavoro. Ma dietro l'ipotizzata chiusura ci sarebbe una precisa scelta politica, messa nero su bianco dalla presidente della Sds Zona Pisana, Gianna Gambaccini.

Le associazioni chiedono di rivedere al scelta ma la decisione sembra presa. "La scorsa settimana e nei mesi precedenti - ha detto Gambaccini - ho incontrato più volte la responsabile dell’associazione Batik a cui avevo già illustrato le mie intenzioni in merito agli sportelli per l’immigrazione che ci sono a Pisa. La legge prevede la presenza di un solo sportello per l’immigrazione per ogni singolo comune, cosa che ovviamente manterremo anche a Pisa. La proliferazione di più sportelli tutti con sede a Pisa, nati sulla scia di un progetto zonale diventato nel tempo servizio stabile, fa parte di un sistema di welfare che non condivido, in quanto non favorisce la piena integrazione degli immigrati regolari, che si possono invece rivolgere, come tutti i cittadini italiani, agli sportelli specifici messi a disposizione dal Comune, dalla Prefettura e dagli altri enti pubblici a cui si devono rivolgere". 

"Come Presidente della Società della Salute - ha aggiunto -, proporrò ai comuni afferenti, durante la prossima assemblea, di ospitare uno sportello delle associazioni, per potenziare i loro servizi ed eventualmente dare continuità a un’esperienza che ha generato nel tempo alcuni posti di lavoro. Anche se il servizio è sostenuto da fondi regionali o statali, sono comunque risorse pubbliche e da buoni amministratori credo sia inopportuno accaparrarsele per far funzionare un modello che non si ritiene utile per gli scopi che si prefigge. Qualora nessun comune fosse disponibile sono disposta a rinunciare a quel finanziamento che sarà speso in maniera spero più virtuosa dalla Regione Toscana”.

Critiche per la scelta politica, tuttavia, arrivano dall'area sindacale. "Il servizio informazione, assistenza e orientamento delle due associazioni - ricordano dall'Sgb Pisa - si interfaccia quotidianamente con Prefettura, Questura, Inps o Inail, è un servizio gratuito e conosciuto nella città di Pisa. Le due associazioni lamentano un atteggiamento non collaborativo da parte del Comune, sono a rischio posti di lavoro (perché senza forza lavoro non esisterebbe il terzo settore) e il servizio, gratuito, erogato alla cittadinanza".

"A tutte le realtà colpite, o spesso e volentieri volutamente ignorate - aggiungono dal Sindacato generale di Base -, va la nostra solidarietà certi che il sociale non sia una fonte di spesa ma una ricchezza per la cittadinanza tutta oltre ai posti di lavoro e ai progetti da difendere e valorizzare. E' arrivato il momento che i lavoratori e le lavoratrici del terzo settore si uniscano a difesa dei posti di lavoro e dei progetti che hanno costruito in anni di lavoro".


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