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Attualità martedì 19 febbraio 2019 ore 17:15

La Regione finanzia i vigili di quartiere

Anche Pisa potrà contare su tre coppie di agenti della municipale da impiegare in altrettanti turni giornalieri, in sperimentazione dal 2019 al 2021



PISA — Si rinnova in Toscana la sperimentazione dei ‘vigili di quartiere', ottanta in quindici comuni, Pisa compresa. E la Regione è pronta a sostenerne i costi per tre anni: una spesa di tre milioni ogni anno, un modo per alzare la percezione di sicurezza nelle città, con pattuglie a piedi che, lavorando nelle strade e nei quartieri più ‘delicati', opereranno nella realtà quotidiana e diventeranno punto di riferimento per i commercianti e deterrente per le persone poco oneste.

L'idea era stata lanciata nei mesi scorsi, accanto alla richiesta di un innalzamento della dotazione organica delle forze dell'ordine, che risulta insufficiente anche in Toscana. I dettagli sono stati messi a punto dopo ottobre. Sono state trovate anche le risorse e ieri è arrivato il via libera dalla giunta toscana, che definisce l'elenco della città dove gli ottanta vigili di quartiere, pagati dalla Regione, inizieranno ad operare: quindici comuni dove, negli ultimi tre anni, più alto è stato l'indice di furti e rapine, reati legati al traffico di stupefacenti, violenze sessuali, minacce, lesioni e percosse. 

Oltre al Comune di Pisa ci sono quelli di Firenze, Massa, Prato, Livorno, Lucca, Pistoia, Grosseto e Arezzo. In tutte queste dieci città sono previste tre coppie di vigili di quartiere distribuite in altrettanti turni giornalieri, a spese della Regione. Campi Bisenzio, Pontedera, Sesto Fiorentino, Empoli e Piombino, invece, potranno avere ciascuno due coppie di vigili di quartiere al giorno.

Il criterio di scelta concordato con Anci ha riguardato l'indice di delittuosità in rapporto al numero di abitanti equivalenti dei comuni, cioè gli abitanti, gli spostamenti giornalieri in entrata e uscita e i l numero di turisti. Sono stati considerati inoltre solo i comuni con un numero di abitanti equivalenti sopra 35mila: quelli sopra 55mila abitanti equivalenti avranno le risorse per impegnare due vigili di quartiere per tre turni e quelli tra 35mila e 55mila avranno le risorse per impegnare due vigili di quartiere per due turni.

"Il nostro progetto prevede un finanziamento per tre anni, dal 2019 al 2021, per l'assunzione a tempo indeterminato di personale di polizia municipale da destinare alla polizia di prossimità" ha spiegato l'assessore alla presidenza e alla sicurezza della Toscana, Vittorio Bugli. Gli agenti dovranno svolgere esclusivamente questo servizio e trascorsi i primi tre anni i Comuni si impegnano a garantire la continuità del progetto, fino al 2023, sostenendone integralmente la spesa.

La giunta regionale ha approvato anche lo schema di accordo, che dovrà essere firmato con Anci, che delinea i contenuti principali del progetto. I Comuni individuati dovranno a questo punto elaborare specifici progetti modulati sulle proprie peculiari problematiche e declinati sulla realtà locale, individuando in particolar modo le zone della città in cui andranno ad intervenire i vigili di quartiere. I progetti saranno presentati alla Regione, che li dovrà approvare e finanziare. 

"Il progetto per i vigili di prossimità rappresenta una grande opportunità - ha commentato il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni - Un modello innovativo, di collaborazione fra le istituzioni, che viene incontro all'esigenza dei sindaci di dare risposte operative e concrete ai cittadini sul fronte della sicurezza. Abbiamo lavorato insieme alla Regione, per individuare i criteri più idonei a scegliere i luoghi della sperimentazione e siamo certi che i risultati non tarderanno a manifestarsi, anche grazie alla stretta collaborazione dei nostri agenti di polizia municipale con le altre forze dell'ordine".

I vigili di quartiere sono comunque solo uno degli strumenti che la Regione ha deciso di mettere in campo per aggredire il problema della sicurezza, che spesso è anche solo un problema di percezione, visto che crimini e reati da più anni sono in calo.

"Servono politiche trasversali" ha detto in proposito Bugli e, "in molti casi, strumenti di prevenzione sociale". "Così, accanto ai progetti che riguardano la videosorveglianza  – ha elencato l'assessore - abbiamo avviato negli ultimi due anni una decina di progetti speciali per la rivitalizzazione di luoghi difficili in altrettante città, nella consapevolezza che un quartiere vissuto, animato da negozi e con piazze che si riempiono di gente, possa essere un antidoto al senso di insicurezza". 


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