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Lavoro mercoledì 06 giugno 2018 ore 16:50

Italiaonline, nessun accordo sindacati azienda

Sono 46 gli addetti a Pisa, con esuberi dichiarati di 6 unità. I sindacati chiedono solidarietà



PISA — Consumati tutti i 45 giorni previsti dalla legge per trovare un accordo e dopo ben quattro incontri di trattiva serrata restano nettamente distanti le posizioni dei sindacati e di italiaonline e il numero degli esuberi è rimasto invariato rispetto a quello previsto dalla procedura di licenziamento collettivo.

La proposta aziendale finale in caso di accordo tra le parti prevederebbe: "Costruzione della Digital Factory su Torino con il reintegro di 70 rispetto alle 400 posizioni dichiarate esubero.

Mantenimento di un presidio a Torino con circa 90 persone nelle funzioni di amministrazione, credito e nelle attività legate alla gestione degli elenchi telefonici.

Trasferimento da Torino ad Assago di circa 90.

Richiesta di Cassa Integrazione per 18 mesi per almeno 400 persone.

Percorsi formativi rivolte al tutte le persone in CIGS.

Incentivi all’esodo".

"E’ del tutto evidente - spiegano i sindacati Cgil, Cisl e Uil - la abissale distanza delle posizioni specie in relazione al mancato approfondimento delle proposte che il sindacato ha illustrato all’azienda, anche in sede ministeriale, ancor prima della paventata apertura della procedura di licenziamento collettivo.

In particolare continuano a mancare risposte in merito alla possibilità di reintegro delle 152 persone che operano nelle sedi nazionali diverse da Torino e tra queste anche Pisa, dipendenti ai quali, in caso di reintegro, non rimarrebbe che l’improbabile trasferimento. Sono 46 gli addetti a Pisa, 1 dei quali in cassa integrazione da un anno e mezzo, con esuberi dichiarati di 6 unità.

Ribadiamo inoltre il concetto più volte espresso riferito all’utilizzo del contratto di solidarietà, con la salvaguardia e la tutela dell’organizzazione del lavoro e del perimetro occupazionale, ed invitiamo pertanto l’azienda a non fossilizzarsi su posizioni preconcettuali che possono essere superate nell’interesse di tutti con una costruttiva discussione."


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