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Attualità mercoledì 21 giugno 2017 ore 12:59

Gli scavi portano alla luce resti di epoca romana

Nel sito archeologico dei bagni di Nerone emergono le prime strutture romane e i segni della costruzione di Porta a Lucca



PISA — E’ un percorso a ritroso nel tempo quello che ci regalano gli scavi alle Terme di Nerone, in Largo del Parlascio. La campagna archeologica, finanziata dall’amministrazione comunale con 40 mila euro, e realizzata grazie agli specialisti del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’università di Pisa, muove i primi passi e già si ottengono alcuni risultati.

"Consideriamo questo primo scavo didattico e la collaborazione con l’Università e la Soprintendenza un primo passo verso la realizzazione di un parco archeologico di età romana – spiega l’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli -. Come passo successivo, vorremmo acquisire, mediante accordo con l’Università, le aree comprese fra le Mura, le Terme romane e San Zeno per poter proseguire gli scavi, con particolare riferimento alla ricerca dell’anfiteatro romano. Abbiamo già definito lo strumento urbanistico per realizzare questo progetto. Infine – conclude l’Assessore – questi interventi contribuiscono alla valorizzazione e riqualificazione di questa zona centrale e storica del centro cittadino".

Dal punto di vista della ricerca, sono interessanti le prime scoperte venute alla luce. Intanto, bisogna ricordare che le aree di scavo in Largo del Parlascio sono due: una in corrispondenza della struttura ottagonale delle Terme, la seconda a ridosso del tratto di Mura, compreso tra l’antica porta del Parlascio e l’odierna Porta a Lucca. "Le due aree d’indagine, sebbene vicine, possono offrirci dati differenti – spiega Fabio Fabiani, direttore scientifico degli scavi e dell’attività didattica, e continua -. In particolare, nella zona a ridosso delle terme intendiamo comprendere planimetria, la destinazione di alcuni ambienti e le fasi di occupazione tardo antica e altomedievali trascurate dalle precedenti campagne".

Nella prima area, nella giornata è affiorata la prima porzione di un tratto di muro di epoca romana. Ancora presto dirne funzione e aspetto, ma sicuramente era parte integrante del complesso termale. Ben più evidenti le tracce di vecchie campagne di scavi, compiute dal 1940 al 1942 e poi riprese e concluse tra il 1947 e il 1949. Infatti, fin dal ‘500, si comprese l’origine romana del monumento e la sua funzione termale; ragion per cui, sono state molte le campagne di scavo lungo i secoli e, oltre a quelle novecentesche, si ricordano quelle ottocentesche condotte dal classicista Clemente Lupi dell’Università di Pisa. Inoltre, dalla lettura stratigrafica si nota la presenza di strutture murarie che, confrontate con mappe catastali di fine ‘800 e inizio ‘900, sono identificabili in muri di delimitazione di campi e orti, presenti in quell’area. Ciò non deve stupire perché la zona è di antica urbanizzazione e ha subito molti rimaneggiamenti. La stessa struttura ottagonale fu usata nei secoli come stalla o forno; oppure l’area intorno a essa, ora sistemata a giardino, era un tempo sede di costruzioni abitative e rimessaggi.

Nell’altra porzione di scavi, quella posta a ridosso delle antiche Mura medievali, emergono strati di “coltivo”, che segnalano la presenza di orti che, grazie ai frammenti di ceramiche rivenuti, segnalano la presenza di orti nell’area a partire dalla seconda metà del ‘500. Alla metà del XVI secolo risalgono starti di materiali edilizio e di scarti di cantiere, pietre e laterizi,probabilmente da porre in relazione coi lavori di chiusura della vecchia porta cittadina e dell’apertura di Porta a Lucca, dopo la conquista della città da parte di Firenze.

Lo scavo svolge anche un’importante funzione didattica: sono presenti oltre 40 studenti del corso di laurea triennale in scienze dei beni culturali e del corso di laurea magistrale in archeologia, che svolgono qui il tirocinio curriculare.Gli studenti potranno seguire tutte le fasi della ricerca, dalla progettazione alle scelte strategiche alla metodologia, fino alla rielaborazione e interpretazione dei dati: un'attività pratica che integra e completa le conoscenze teoriche acquisite durante le lezioni in classe. 

"L'apprendimento sul campo del metodo e delle strategie di scavo presenta i caratteri della bottega artigianale – spiega Fabio Fabiani e continua -. Gli studenti più esperti lavorano a fianco di quelli più giovani trasmettendo loro le proprie conoscenze, mentre archeologi già formati coordinano i diversi gruppi seguendo le indicazioni dei docenti, che seguono quotidianamente il lavoro degli studenti, sostenendo con il proprio intervento il legame tra pratica e teoria".

"Non possiamo che essere felici di ciò che sta accadendo – commenta Evita Ceccarelli, presidente dell’Archeoclub -. C’è un mettere insieme tutte le forze per un fine positivo. Questo gratifica tutti coloro che credono nella collaborazione senza invidie che fa bene solo e soltanto a tutti e a questa rinascita di Pisa".

«Siamo molto felici di questo progetto e della sinergia tra Università e Comune per la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e storico – culturale" dichiara Piera Orvietani, presidente dell'associazione Amici dei Musei.

"Questi scavi sono in grado di promuovere la conoscenza e poi l’amore per la città: è una scaletta positiva" conclude Ewa Codini, presidente di Italia Nostra.

Le indagini archeologiche presso le Terme di Nerone in Largo del Parlascio, che vedono la collaborazione del Comune di Pisa, dell'Università di Pisa e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno si prefiggono finalità di ricerca, per la comprensione dei numerosi interrogativi che ancora riguardano il monumento, finalità di valorizzazione dell'unico edificio visibile della Pisa di età romana, e, infine, di didattica, per la formazione degli studenti dell'Ateneo pisano.


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