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Lavoro venerdì 01 settembre 2017 ore 15:19

Gli autisti Ctt vogliono cabine chiuse

I sindacati hanno promosso una raccolta firme per prevenire gesti di violenza. "Le aggressioni non sono episodi isolati"



PISA — "Sono anni che i sindacati richiedono alle istituzioni una maggiore attenzione per quella che è la sicurezza a bordo dei bus, in particolar modo vogliamo sottolineare che la violenza sui bus è un grave problema di ordine pubblico in quanto gli autobus sono mezzi pubblici fondamentali per il normale svolgimento di attività ad elevato contenuto sociale: lo prendono i ragazzi per andare a scuola, i lavoratori per andare a lavorare, quella fetta di popolazione che per i motivi più disparati non può permettersi un mezzo privato e chi più ne ha più ne metta".

E' quanto affermano in una nota congiunta i sindacati provinciali di categoria nel settore del trasporto pubblico di Cgil, Cisl e Uil.

"È possibile - si chiedono - che con la crescita esponenziale degli episodi di violenza a bordo dei bus, nessuno dei soggetti preposti si sia mai preoccupato di cambiare l’approccio nei confronti del problema, continuando a considerare le aggressioni come episodi isolati e casuali?

Noi che tutti i giorni siamo per strada e dobbiamo convivere con la paura da anni lo denunciamo, ma nonostante l’impegno e l’abnegazione degli agenti di pubblica sicurezza in generale (polizia, carabinieri, vigili urbani) non abbiamo ancora trovato un dialogo con le istituzioni tale da permettere il raggiungimento di soluzioni concrete".

"Abbiamo già avviato una raccolta di firme tra il personale di tutta la CTT Nord, per richiedere al più presto, l’applicazione della cabina di guida chiusa rispetto al resto del bus. Questa è, a nostro avviso, l’unica soluzione possibile al momento per evitare che si arrivi al peggio."

"Naturalmente, le azioni di sicurezza non dovrebbero fermarsi alla cabina chiusa, perché questa risolve in buona parte il problema dei conducenti, ma non quello dei verificatori dei titoli di viaggio e degli utenti più in generale. L’applicazione di telecamere a bordo ed ai capolinea, i tornelli antievasione, l’inasprimento delle sanzioni per chi aggredisce, anche verbalmente gli operatori di esercizio, ma soprattutto la presenza di agenti di pubblica sicurezza in borghese a bordo dei bus, la verifica sotto scorta ed il presidio da parte di agenti dei capolinea più a rischio e delle corse più a rischio, sono le azioni che potrebbero rieducare l’utenza al rispetto del mezzo e del servizio pubblico. La cosa avrebbe una enorme ricaduta in positivo su tutta la collettività perché porterebbe maggiori introiti nelle casse delle aziende che gestiscono il servizio, minori costi ma soprattutto un maggior numero di utenti perché, ad oggi, chi può evita di prendere il bus perché ha paura o comunque prova un forte disagio".


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