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Interviste lunedì 07 maggio 2018 ore 11:01

Serfogli:"Sviluppo, partecipazione, inclusione, sicurezza"

Andrea Serfogli

Comincia con Andrea Serfogli, rappresentante del centrosinistra, la carrellata di interviste di QUInewsPisa con i candidati a sindaco di Pisa



PISA — Andrea Serfogli, 52 anni, del Pd, assessore uscente a bilancio e lavori pubblici, è il candidato sindaco del centrosinistra per Pisa e sarà sostenuto, oltre che dal suo partito, da Riformisti, In Lista per Pisa, Con Danti per Pisa e Civica Popolare.

Una candidatura arrivata dopo un percorso lungo, che addirittura l'ha vista indicare due volte, prima dal Pd in maniera unitaria e poi, ma solo dopo alcune settimane, anche dagli alleati, dopo le mancate primarie. Nel mezzo è successo un pò di tutto. Come spiegarlo ai cittadini?

"L'unità sulla mia candidatura era funzionale ad una coalizione, anche se Leu si era già espressa sulla discontinuità rispetto a questa amministrazione. Vede, penso che bisogna capire bene cosa vuole dire discontinuità e chiedersi ad esempio se non abbia senso parlare di innovazione di programma e di reinterpretazione dei bisogni della società. Detto questo, dopo l'indicazione del Pd sul sottoscritto, si sono cercate altre strade unitarie con gli alleati, come quelle di Laforenza e Pizzanelli, ma entrambe non hanno trovato il consenso sufficiente".

E dunque Serfogli è rimasto in campo come candidato, nel nome dell'unità ritrovata. Ma torniamo al concetto di discontinuità. Può succedere a Pisa quello che è avvenuto a Cascina, dove il Pd ha messo in discussione il suo primo cittadino e poi ha perso le elezioni?

"Quando un sindaco è a un primo mandato, se c'è un partito, si fa una analisi seria dell'azione amministrativa e si adottano correttivi se emergono criticità forti su risultati e azioni amministrative. A Cascina c'è stata una divisione locale e una tendenza a livello nazionale che ha pesato. Pisa è una realtà diversa e ci sono esperienze civiche che a Cascina non c'erano. Inoltre c'è un Pd che ha ritrovato una sua unità rispetto a quella che non c'era a Cascina e un candidato diverso, che ha una storia di impegno amministrativo e di rapporti con la città".

Quartieri, partecipazione, apertura. Ma i cittadini vogliono sentire parlare in campagna elettorale soprattutto di sicurezza. Cosa propone su questo?

"Giusto creare suggestioni e guardare avanti, ma non si può usare la sicurezza facendo vedere solo le cose che non vanno. Le competenze, è bene dirlo, sono di prefetto e questore e non esiste il sindaco sceriffo sul modello americano. Fatta questa premessa, bisogna interrogarsi su fatti di microcriminalità in crescita che spesso si sommano ai fenomeni di degrado. Bisogna agire su politiche volte al contrasto del disagio sociale, dobbiamo fare inclusione. Se le persone non hanno lavoro e non hanno reddito alla fine cadono in questi meccanismi. Bisogna agire sullo sviluppo e su politiche che coinvolgano cittadini e associazioni".

A livello di misure e proposte concrete?

"C'è un sistema normativo che oggi consente a chi fa un reato di farne ancora, il sistema giudiziario andrebbe radicalmente cambiato. Sulla certezza della pena vanno posti in essere strumenti nuovi. Il Comune però può fare alcune cose, due su tutte: l'aumento della videosorveglianza con la dislocazione di nuove telecamere. Possiamo passare da cento a trecento apparecchiature. Il secondo elemento è l'assunzione di nuovi vigili urbani, almeno venti, facendo turni notturni con le pattuglie. Poi dobbiamo agire sulla riqualificazione urbana, eliminando situazioni di degrado, anche se non c'è un automatismo, perchè talvolta opere di riqualificazione dei luoghi portano a crescita di fenomeni non corretti di viverli."

Pensa a Piazza dei Cavalieri?

"Esatto, per quanto mi riguarda la situazione non è sostenibile. Andrà affrontata in maniera energica, perchè è un luogo che ha un vincolo indiretto ed una area monumentale di quel valore non può essere utilizzata in quel modo".

Alessandro Turini
© Riproduzione riservata


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