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Cronaca giovedì 16 agosto 2018 ore 13:18

"Alberto aveva doti umane fuori dal comune"

Alberto Fanfani e Marta Dinisi (foto da FB)

Sotto choc il professor Stefano Taddei ricorda lo specializzando fiorentino Fanfani, morto con la fidanzata nel crollo del ponte Morandi a Genova



PISA — L’Università di Pisa, il rettore Paolo Mancarella e il professor Stefano Taddei, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina interna dell'Aoup, sono stati profondamente colpiti dalla scomparsa di Alberto Fanfani, medico specializzando a Pisa, che è tra le vittime del crollo del ponte Morandi di Genova. Insieme partecipano con affetto e solidarietà all’immenso dolore che ha colpito la sua famiglia.

Alberto Fanfani, fiorentino di 33 anni, si era laureato in Medicina e chirurgia all’Università di Firenze e trasferito a Pisa dopo aver ottenuto il posto alla Scuola di specializzazione in Medicina Interna. Aveva appena cominciato a frequentare il quinto e ultimo anno della Scuola di specializzazione.

Lo specializzando fiorentino percorreva il ponte Morandi probabilmente per andare in vacanza con la fidanzata, Marta Danisi, anche lei tra le vittime del crollo, un’infermiera conosciuta proprio a Pisa lavorando nello stesso ambiente. Originaria della Sicilia, Marta Danisi è stata residente a Pisa fino a primavera, quando si è trasferita in Piemonte, assunta in un ospedale di Alessandria.

“Siamo tutti sconvolti per la tragica scomparsa di Alberto Fanfani e non sappiamo darcene una ragione – hanno scritto il professor Stefano Taddei e i colleghi che quotidianamente lo frequentavano -. Alberto era un collega con il quale condividevamo le nostre giornate fatte di lavoro, di impegno, di studio, ma anche di momenti sereni e gioiosi come è normale in un gruppo di lavoro dove la maggior parte delle persone sono giovani medici in formazione che trasmettono le loro aspettative professionali e soprattutto umane per un futuro che si stanno costruendo ed è dietro la porta. Alberto era uno di loro e si caratterizzava per doti umane non comuni, rappresentate da una correttezza, educazione e affidabilità fuori dal comune. Nonostante le capacità professionali fossero decisamente elevate, l’aspetto umano è quello che senz’altro colpiva di più in questo giovane medico ed è per questo che la sua perdita è una tragedia ancor più grande"

"Di fronte a questa terribile fatalità - conclude il professore -, il nostro impegno è che il ricordo di Alberto e la sua presenza rimangano sempre con noi, a dimostrazione che l’affetto e il legame umano profondo possono aiutare a superare anche gli eventi più tragici”.


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