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Attualità lunedì 19 gennaio 2015 ore 18:13

I socialisti ricordano Bettino Craxi

Oggi ricorre il 15esimo anniversario della sua morte. Pisani,Vivaldi e Eligi: "E’ ancora vivo il ricordo di accuse assurde e del tutto infondate"



PISA — Il 19 Gennaio del 2000 moriva in esilio Bettino Craxi.

Luca Pisani, vicesegretario provinciale del Psi di Pisa, Rolando Vivaldi, segretario cittadino Psi di Pisa e Federico Eligi, presidente della Lista Riformisti per Pisa lo ricordano in una nota: 

"E’ stato una delle personalità più importanti della politica italiana degli anni ottanta e novanta , un leader di indubbia autorevolezza e , come tale, soggetto ad ammirazione incondizionata o a critiche estreme. I socialisti di oggi, perlomeno coloro che non credono che il Pd attuale possa essere completamente l’erede della tradizione del socialismo italiano, lo ricordano con immenso affetto e nostalgia. Le sue lotte, le sue intuizioni, il suo modo di far politica sono ancora nel nostro cuore non per ricordi sterili e battaglie di retroguardia ma perché sono elementi che ancor oggi mantengono tutta la loro validità e modernità".

"Craxi -si legge ancora- ha cercato di modernizzare la sinistra italiana , dominata da un partito comunista totalmente incapace di leggere l’evoluzione della società ed in preda a deliri di autosufficienza che nascondeva la propria debolezza dietro una presunta superiorità morale che – con il senno di oggi - non aveva alcun fondamento. Purtroppo il Psi di Craxi non ebbe la massa critica elettorale per poter realizzare ciò che era giusto e fondamentale per la sinistra italiana, dopo il miserabile crollo dell’ideologia comunista, e cioè la leadership a sinistra affidata ad un partito compiutamente socialista, europeo, occidentale. Non poco ha influito, sul mancato conseguimento dell’obiettivo, l’odio viscerale di chi, a sinistra, si sentiva minacciato da questo leader così atipico che si muoveva con l’aggressività necessaria e la spregiudicatezza assolutamente indispensabile in un mondo politico stagnante ed impermeabile ad ogni novità".

"I socialisti che hanno vissuto quella stagione -commentano gli esponenti- e chi si avvicinerà alla storia con animo onesto non potranno dimenticare che una canea di fanatici e di facinorosi hanno interrotto, aiutati da un uso politico della giustizia, da un tintinnar di manette che poco aveva a che fare con la verità dei fatti, un processo ed un cammino che sarebbe servito a tutta la sinistra ed al paese intero. Craxi ha pagato per tutti i sepolcri imbiancati, alcuni dei quali ancora pontificano, l’ipocrisia di non ammettere,al fine ovviamente di correggere, che la politica si finanziava allora illecitamente. Ma si finanziava la politica….oggi, a distanza di tanti anni dalla fine di tangentopoli, è sempre più evidente che la corruzione è enormemente aumentata ed ha perso anche la dimensione di servire come strumento , pur sbagliato ed inaccettabile, di un fine più grande: oggi si ruba per finanziare pranzi, cene, acquisti di biancheria, appartamenti in un clima di degenerazione morale di gran lunga superiore a quello della prima Repubblica. Anche a Pisa l’effetto dell’odio e della calunnia verso tutto ciò che si rifaceva all’esperienza socialista craxiana ebbe modo di manifestarsi. E’ ancora vivo il ricordo di accuse assurde e del tutto infondate che, come nel caso di Giancarlo Badiani, hanno però contribuito a creare grandi sofferenze personali e in tutta la famiglia socialista". 

"Craxi è ancora odiato e calunniato perché aveva un disegno e diceva la verità su come si finanziava la politica. E’ un pungolo insopportabile per tutti gli ipocriti che hanno ritenuto che la sua cacciata e morte in esilio potesse sgravare la loro coscienza. I socialisti pisani -concludono- lo ricordano così ed aspettano il responso della storia sicuri che gli renderà piena giustizia".


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