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Attualità giovedì 05 marzo 2015 ore 17:00

A Cisanello è arrivato L'esoscheletro

L’apparecchiatura, unica in tutta la regione, è in dotazione al Centro mielolesi per la riabilitazione di chi è costretto sulla sedia a rotelle



PISA — All'ospedale di Cisanello si aprono nuove opportunità per le persone con lesioni del midollo spinale. Il Centro mielolesi dell’Aoup, grazie al finanziamento di ricerca ministeriale di cui è responsabile la dottoressa Giulia Stampacchia, ha acquisito due strumenti innovativi per la riabilitazione: il cicloergometro Fes e l’esoscheletro per il cammino. Questi macchinari si aggiungono a quelli innovativi già in uso, come il robot per il cammino statico (Lokomat) e la Fes-stimolazione elettrica funzionale per il cammino.

I passi successivi saranno il confronto fra l’esperienza con le suddette metodiche e quella dei pazienti trattati con riabilitazione manuale nell’Unità spinale di Careggi (Firenze). Sarà così possibile verificare se e quanto i nuovi strumenti migliorino non solo il recupero funzionale ma anche la qualità della vita dei mielolesi.

Ad oggi diverse persone con mielolesione hanno sperimentato, nel Centro mielolesi di Pisa, l’esperienza di tornare a camminare con l’esoscheletro, che è una specie di “armatura” da indossare, fornita di motori che permettono di camminare anche alle persone paraplegiche che hanno perso, a seguito della lesione del midollo spinale, la capacità di contrarre volontariamente le gambe.

Le prime esperienze sono incoraggianti: dalle testimonianze raccolte, la camminata con l’esoscheletro è stata vissuta non solo come emozionante ma anche terapeutica. Fra gli effetti immediati sono state infatti riscontrate la scomparsa, o notevole riduzione, del dolore cronico e la riduzione della spasticità. Tuttavia, per consentire a tutte le persone con mielolesione di sottoporsi alla riabilitazione con questi strumenti innovativi, occorrono anche risorse umane. Ecco perché, con i fondi ministeriali, saranno attivate borse di studio per medici e fisioterapisti.

Inoltre, con l’obbiettivo di sostenere lo sviluppo del trattamento innovativo nelle mielolesioni anche al di là del progetto di ricerca, è nata l’Artim-Associazione per la ricerca di trattamenti innovativi nelle mielolesioni, una onlus fondata da malati, familiari e personale sanitario.

Le finalità dell’associazione sono: diffondere la conoscenza e la cultura delle innovazioni tecnologiche nella riabilitazione, sostenere la ricerca sulla terapia nelle mielolesioni in collaborazione con i migliori centri italiani e stranieri, promuovere iniziative per raccogliere fondi da utilizzare anche per nuove risorse umane e strumentali .

Al progetto di ricerca finanziato dal Ministero della salute collaborano l’Unità spinale di Firenze, unica struttura regionale, oltre al Centro mielolesi dell’Aoup, dedicata alla cura delle persone con lesioni del midollo spinale e l’Istituto di Bioingegneria della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, che si occuperà di valutare gli strumenti utilizzati, effettuare eventuali modifiche ingegneristiche per perfezionare l’esoscheletro e progettare, ove necessario, nuovi ausili per la riabilitazione e l’autonomia della persona con mielolesione.

Alla presentazione erano presenti Giulia Stampacchia, responsabile della sezione “Centro mielolesi” dell’Aoup, che ha illustrato ai giornalisti tutto il percorso riabilitativo che si svolge nella struttura pisana, nata nel 2008, mostrando il funzionamento delle tre apparecchiature in dotazione. La neurologa ha spiegato come il percorso assistenziale dei mielolesi richieda un costante monitoraggio nel tempo da parte di un gruppo multidisciplinare di professionisti, per tutte le problematiche collaterali connesse alla loro condizione. In tale contesto, l’arrivo dell’esoscheletro rappresenta il coronamento di un lavoro di squadra che a Pisa vanta una lunga esperienza e un cammino tutto proteso in avanti

Per il direttore generale dell’Aoup Carlo Tomassini l’esoscheletro rappresenta l’ultimo confine raggiunto nel traguardo verso l’autonomia, ancorché assistita, per le persone mielolese, guardando in prospettiva alla sfida di una riabilitazione domiciliare. Senza trascurare l’effetto benefico della componente emozionale, fondamentale per chi ha creduto di non potersi mai più ritrovare a camminare.

Gianluca Toniolo, nella duplice veste di medico e paziente, ha invece sottolineato come il ruolo delle istituzioni sia quello di “facilitare” l’applicazione, nella vita quotidiana dei mielolesi, dei risultati della ricerca, laddove la vera ricerca in questo campo delicatissimo – con i progressi enormi rappresentati oggi dalle protesi ortopediche per chi ha perso semplicemente l’uso delle gambe - stia nel riuscire a bypassare il black-out rappresentato ancora dal midollo spinale.


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