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Politica mercoledì 31 agosto 2016 ore 13:53

E se a Pisa arrivasse l'i voting?

La partecipazione con un clic del mouse. Ecco cosa pensano alcuni consiglieri comunali pisani rispetto alla possibile introduzione



PISA — Quali sono le piazze che dovrebbero essere recuperate? Dove fare nuove piste ciclabili? E i nuovi orti urbani?

C’è ora i-voting, la piattaforma on-line che consente a chiunque di dire la propria opinione sulle decisioni che riguardano il contesto in cui si vive. Un’idea che è stata già realizzata da alcune città importanti come, ad esempio, Taipei la capitale e la maggiore città di Taiwan con oltre 2 milioni e mezzo di abitanti. E Pisa? Perché non realizzarla anche nella nostra città? Ecco cosa ne pensano alcuni consiglieri comunali.

“Aumentare gli strumenti di partecipazione – ha così commentato la consigliera Simonetta Ghezzani (Sel) - è un fatto in sé positivo, anche se potenza dello strumento e qualità della partecipazione coincidono. Quando parlo di qualità della partecipazione a processi decisionali allargati intendo forme di democrazia diretta consapevoli, ossia informate e meditate. Per questo l'i-voting deve essere sempre accompagnato a processi di informazione preliminare e a momenti di condivisione di punti di vista diversi.. Senza dubbio nel governo delle città, su materie sensibili come ad esempio la mobilità o il posizionamento di servizi, forme di consultazione diffusa possono essere utili anche se non devono diventare un modo per aggirare l'assunzione di responsabilità da parte di chi amministra. Penso ad esempio al dibattito estivo che c'è stato sulla chiusura del Lungomare a Marina o al dibattito che potrebbe sorgere sulla chiusura dei Lungarni a Pisa”.

“Può essere sicuramene uno strumento utile – ha detto il consigliere Diego Petrucci (noiadessopis@). Però è necessario che le decisioni prese da parte dei cittadini trovassero poi pratica attuazione. In caso contrario i cittadini sarebbero presi in giro due volte. Ad esempio, sul referendum sulla moschea, il Sindaco agirà di conseguenza nel caso in cui i cittadini pisani si dovessero esprimere contro? “

“Ritengo che sia un’idea da attuare subito – ha detto il consigliere Giovanni Garzella (Fi-Pdl) - anche alla luce del fallimento dei Cpt che mai hanno inoltrato al Consiglio Comunale qualsivoglia problematica o documento approvato. Questo strumento inoltre potrebbe essere utilizzato per monitorare il disastro delle nostre strade che oramai sono, soprattutto nelle periferie, un pericolo per tutti”.

“Il M5S promuove la democrazia diretta – ha poi dichiarato la consigliera Elisabetta Zuccaro (M5S) - e i-voting è un utile strumento per coinvolgere il maggior numero di cittadini. A Pisa potrebbe essere un modo per superare la finta partecipazione dei CTP usati per legittimare decisioni già prese dalla giunta. Rimane comunque imprescindibile la costruzione di percorsi informativi approfonditi complementari al sistema di votazione on line”.

“Lo strumento può essere utile – ha poi sottolineato Ranieri Del Torto, Presidente del Consiglio Comunale, nella foto - per permettere sempre più ai cittadini di poter intervenire nei processi decisionali anche si possono essre alcune criticità come l’uso dei computer che può taglire fuori una parte dei cittadini.

Inoltre non sempre si possono semplificare le discussioni e quindi, in ogni caso, sarebbe un aiuto agli organi della democrazia rappresentativa e mai potranno diventare una loro sostituzione”

“A mio avviso – ha poi concluso il consigliere Ferdinando De Negri (PD) - alcuni strumenti come questo, che rappresentano forme di democrazia partecipativa, sono utili e positivi se - senza sostituirsi alla democrazia rappresentativa (che si basa sulle forme di rappresentanza popolare tipiche delle democrazie occidentali, come il parlamento, i consigli comunali, ecc.), ma affiancandosi ad essa su questioni particolari e concrete - vengono utilizzati in forme opportune, cioè innanzitutto favorendo l'informazione preventiva dei cittadini chiamati ad esprimersi e promuovendo forme di discussione e di dibattito che possano aiutarli a individuare gli aspetti principali della questione in esame. I limiti di strumenti di questo genere sono evidenti: il rischio di espressione di pareri non sufficientemente informati, del prevalere di interessi individuali su quelli collettivi, di scarsa rappresentatività nel caso in cui il numero di cittadini che rispondono è basso, ecc. E’ peraltro evidente che, sia pur con i limiti che abbiamo detto, forme di partecipazione popolare diretta (come altre già presenti da tempo, ad esempio a livello comunale i CTP - sulla cui struttura e funzione occorre tuttavia un’attenta riflessione, perché così come sono non appaiono completamente adeguati al ruolo) possono ridurre il senso di distanza tra cittadini da un lato ed eletti e amministratori dall’altro”.


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